massaggio (dal greco massein che significa “impastare”, “modellare”) è la più antica forma di terapia fisica, utilizzata nel tempo da differenti civiltà, per alleviare dolori e decontrarre la muscolatura allontanando la fatica.
I suoi benefici sono numerosi e possiamo così sintetizzarli:
• accelera il processo di defaticamento dopo lo sforzo fisico;
• prima di una gara attenua lo stress mentale e fisico;• scioglie tensioni muscolari e crampi;
• risolve problemi di fibrosi muscolare ed aderenze;
• drena i muscoli dal congestionamento dell’acido lattico e dalle scorie metaboliche prodotte dall’attività sportiva;
• provoca una riduzione della sensazione dolorifica e della rigidità muscolare grazie all’aumento delle endorfine prodotte dal massaggio;
• aiuta a prevenire gli infortuni .
QUANDO è più opportuno farlo?
Proprio per le sue caratteristiche, il massaggio sportivo trova applicazione in qualsiasi momento: sia tra una competizione e l’altra, che prima o dopo una gara.Per un atleta, considerati gli elevati carichi di lavoro e l’elevato numero di traumi da sforzo e da impatto, l’importanza del massaggio ricopre un ruolo fondamentale nella programmazione sportiva, in quanto le fasi di recupero e di rigenerazione risultano parte integrante dell’allenamento.Il massaggio che prepara un allenamento/gara ha una funzione riscaldante in quanto aumenta la temperatura della pelle e dei muscoli, predisponendoli a contrarsi con la massima velocità e forza; è usato inoltre per stimolare il sistema nervoso centrale, favorendo la sua completa attivazione. Oltre ad avere un effetto sugli apparati neuro-muscolare, circolatorio e respiratorio, agisce anche sullo stato psicologico e mentale dell’atleta.Il massaggio infra-gara può essere eseguito, se l’atleta lo necessita, durante le pause della competizione. E’ utile per ripristinare un’ideale condizione fisiologica dei muscoli sottoposti allo stress dell’esercizio agonistico, facilitando l’eliminazione dei cataboliti, cioè quelle sostanze di rifiuto che si accumulano a causa dell’intenso sforzo.Il massaggio post-gara, invece ha utilità nel recupero dello sforzo, ed è rivolto ad accelerare lo smaltimento delle tossine prodotte durante l’attività muscolare favorendo il drenaggio del sangue venoso e l’apporto di sangue arterioso.
Ritta, verticale e diretta, la montagna è la scala attraverso la quale l’uomo sale verso la volta celeste; un punto di incontro tra cielo e terra, tra l’essere umano e l’universo.
Ma, al di là del simbolismo religioso, scalare una montagna è un’esperienza che ci "eleva” e ci consente di guardare verso orizzonti nuovi e diversi.
Fatta questa premessa, nel corso delle prossime settimane, pubblicheremo dei post su quella che è considerata la montagna simbolo di Palermo, ovvero Montepellegrino.
In particolare ci focalizzeremo sulle vie (vecchie e nuove) che si inerpicano dalle pendici fino al santuario di Santa Rosalia, e che nel corso dei secoli sono divenute strade di pellegrinaggio anche sportivo; amate (soprattutto) dai ciclisti e dai runner palermitani.
Abbiamo deciso di iniziare la nostra esplorazione conoscitiva da quella (che non a caso) è stata denominata “ Scala Vecchia”.
Quella che conosciamo oggi come Scala Vecchia in realtà è una costruzione successiva a quella medioevale, che rappresentava l’unica via di accesso al monte fino al XVII secolo.
La prima Scala era caratterizzata da un sentiero angusto e tortuoso, in parte scavato nella roccia, e in più punti gradinato (la “Scala”). Questa via immetteva nella zona della “prima Cupola” e saliva, con una serie di tornantini fino al Santuario. Una strada impervia (della quale si è persa ogni traccia), percorribile a dorso di muli messi a disposizione dall’amministrazione comunale.
A seguito del ritrovamento delle ossa della Santa, avvenuto nel 1624, il senato di Palermo volle la costruzione di una “ Scala Nuova”, adiacente e in alcuni tratti sovrapposta alla precedente.
Grazie a questa costruzione, iniziata nel 1674 e inaugurata il 13 maggio 1725, fu possibile far fronte al crescente numero di devoti che si riversavano sulle trentaquattro ripide rampe che costituivano quella che oggi conosciamo come “ Scala Vecchia “.
Ancora oggi Scala vecchia è percorsa dai devoti alla Santuzza, che si danno appuntamento la notte precedente al 4 settembre per “ l’ acchianata”, dagli sportivi ( runner e biker) e dai Tamil, gruppo etnico di origine indiana, che considerano Montepellegrino l'equivalente del Kataragama in patria.
Fonte testuale http://www.santuariosantarosalia.it/l5/
Ringraziamo Ivana de Lisi (sportiva e viaggiatrice), per la splendida foto di Scala Vecchia, per la didascalia che l’accompagna e che ha ispirato il topic del post.
@ivanadelisi.ph
To be continued....
Ecco spiegato il mood del "Sapiddu tour 2020”:
Con il supporto dell’ammiraglia Sport&Nutrition e di Fabrizio Cavaliere, che ottimizzerà l’alimentazione dei ciclisti, garantendo loro la giusta integrazione sportiva, il gruppo attraverserà alcuni dei luoghi più belli e rappresentativi della Sicilia.
Partendo da Acitrezza, luogo di “verghiana” memoria,
passando da Gaggi, Francavilla di Sicilia, Maio Alcantara e Randazzo, attraversando le terre nere del territorio etneo, il gruppo arriverà a Cesarò, dove è prevista una ricca cena a base di carboidrati complessi.
Il giorno seguente, con le dovute ricariche di glicogeno (per prevenire cali di forza e di concentrazione) e con le borracce ricche di sali minerali, Il gruppo partirà alla conquista delle Madonie e delle sue perle incastonate fra rocce; passando da Nicosia, Sperlinga, Gangi, Geraci Siculo fino a Castelbuono per poi fare un grande tuffo nel delle acque di Cefalù e Palermo dove si concluderà il “ Sapiddu tour 2020”